Una ricerca pubblicata da Karandeep ha evidenziato i 13 Paesi con il maggior numero di possessori di criptovalute nel 2024, sottolineando l’ampia diffusione globale degli asset digitali. Nell’anno in corso si contano infatti oltre 420 milioni di utenti crypto nel mondo, circa il 4,2% della popolazione globale, e questo numero continua a crescere vertiginosamente.
Tra i Paesi leader spiccano l’India, con oltre 103 milioni di cittadini (pari al 7,23% della popolazione) che detengono criptovalute, e la Thailandia, dove circa il 9,32% della popolazione (quasi 6,7 milioni di persone) risulta possedere asset crittografici. La classifica 2024 offre uno spaccato geografico variegato: accanto a giganti demografici come India, Brasile e Indonesia, troviamo economie emergenti di Asia, Africa e America Latina, a conferma che l’adozione delle criptovalute è un fenomeno globale che trascende i confini tradizionali dei mercati finanziari.
Panoramica 2024: i Paesi al vertice dell’adozione crypto
I dati di quest’anno delineano una mappa dell’adozione crypto dominata da economie emergenti e mercati caratterizzati da una forte crescita demografica. L’India guida saldamente per numero assoluto di utenti: oltre 100 milioni di indiani hanno familiarità con Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute, un primato che pone il Paese in cima alla classifica globale.
In termini assoluti seguono nazioni come il Pakistan (circa 15,4 milioni di utenti) e il Brasile (15,1 milioni), che grazie alla loro enorme popolazione registrano comunità crypto tra le più ampie al mondo.
Anche i Paesi del Sud-Est asiatico e dell’Africa non sono da meno: la Nigeria, ad esempio, conta quasi 12,9 milioni di possessori di asset digitali, il valore più alto del continente africano, mentre l’Indonesia sfiora i 12,6 milioni di utenti nonostante una penetrazione percentuale ancora relativamente bassa (circa il 4,5% della popolazione).
Se si guarda alla percentuale di adozione sulla popolazione, emergono anche altri Paesi degni di nota. La già citata Thailandia vanta quasi il 10% dei suoi cittadini coinvolti nel mondo crypto, segno di un interesse particolarmente radicato nel tessuto socioeconomico locale.
Quote significative si riscontrano anche in Paesi alle prese con instabilità economica: in Argentina, ad esempio, oltre il 5,5% della popolazione (circa 2,5 milioni di persone) detiene criptovalute, un dato alimentato dalla ricerca di riserve di valore alternative in un contesto di inflazione cronica.
Situazioni analoghe si osservano in Turchia (circa 5,46% di adozione) e Kenya (4,9%), dove milioni di individui sono passati alle valute digitali sia per proteggere i risparmi sia per facilitare pagamenti e rimesse transfrontaliere.
Anche il Regno Unito – unica economia del G7 presente nell’infografica – registra un discreto tasso di penetrazione (5,5% della popolazione, pari a 3,7 milioni di persone), a riprova che l’interesse per le criptovalute pervade trasversalmente mercati avanzati ed emergenti.
Complessivamente, il 2024 si configura dunque come un anno di consolidamento dell’adozione crypto su scala mondiale, con una top 13 dei paesi più attivi che rappresenta tutti i continenti e mette in luce sia i volumi assoluti sia la penetrazione relativa rispetto alla popolazione.
Cinque anni di crescita: tendenze 2020–2024 nell’adozione delle criptovalute
L’ultimo lustro ha visto una crescita esplosiva dell’adozione delle criptovalute su scala globale. Dal 2020 a oggi, il numero di utenti crypto nel mondo è aumentato di oltre otto volte, passando da decine di milioni a diverse centinaia di milioni.
Un’analisi retrospettiva mostra come la spinta iniziale all’adozione delle criptovalute sia arrivata dai mercati emergenti. Già nel 2021, Paesi asiatici come Vietnam, India e Pakistan guidavano la classifica mondiale grazie a un’adozione dal basso, cioè portata avanti non da grandi aziende o investitori istituzionali, ma dalle persone comuni: piccoli risparmiatori, freelance, commercianti e famiglie. Questi utenti hanno iniziato a usare le criptovalute per risparmiare, ricevere pagamenti o proteggere i propri soldi dall’inflazione, spesso attraverso piattaforme peer-to-peer che permettono lo scambio diretto tra individui senza passare dalle banche.

In quello stesso periodo, altre economie in via di sviluppo – ad esempio Ucraina e Kenya – registravano balzi significativi, complici fattori come la digitalizzazione finanziaria accelerata e la necessità di strumenti alternativi durante la guerra.
Al contrario, mercati più maturi (Stati Uniti, Europa Occidentale) vedevano un aumento più graduale, frenato da normative più rigide e da una maggiore incidenza di investitori istituzionali rispetto all’utenza retail di massa.
Diversi trend macroeconomici e strutturali hanno alimentato questa diffusione senza precedenti. In molti casi le criptovalute hanno offerto un’ancora di salvezza contro l’inflazione galoppante e l’instabilità monetaria: è il caso della Turchia e dell’Argentina, dove l’adozione è decollata man mano che le valute locali perdevano potere d’acquisto.
Qui Bitcoin e stablecoin in dollari sono diventati strumenti diffusi per tutelare i risparmi e gestire transazioni quotidiane, portando la percentuale di utilizzatori crypto a livelli record nel giro di pochi anni. Allo stesso tempo, regioni come l’Africa subsahariana hanno visto crescere l’utilizzo di criptovalute per motivi diversi: grazie a popolazioni giovani e digitalmente competenti, paesi come la Nigeria e il Kenya hanno sfruttato le crypto per aumentare l’inclusione finanziaria e facilitare le rimesse dall’estero, offrendo un’alternativa efficiente ai tradizionali canali bancari.
Non a caso, il Kenya è stato uno dei mercati in più rapida ascesa recente, con i volumi di transazioni in criptovalute più che raddoppiati dal 2023 al 2024. Anche il Medio Oriente e alcune economie asiatiche avanzate hanno abbracciato la svolta crypto per ragioni strategiche: gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, grazie a politiche governative favorevoli e investimenti nel settore, vantano oggi il più alto tasso di adozione al mondo (oltre un quarto della popolazione adulta).
In sintesi, dal 2020 al 2024 l’adozione delle criptovalute ha seguito direttrici ben definite: ha prosperato dove vi erano vuoti da colmare nel sistema finanziario tradizionale e ha rallentato il passo laddove normative restrittive o mercati già saturi ne hanno attenuato l’impatto.
Proiezioni future: 2025–2027
Guardando ai prossimi 2-3 anni, gli esperti delineano scenari di continua espansione per l’ecosistema crypto, sebbene con ritmi più moderati.
Sul piano quantitativo, la tendenza resta positiva: mantenendo gli attuali tassi di crescita annuali (intorno al 30%–35% negli ultimi anni), il numero di possessori di criptovalute nel mondo potrebbe avvicinarsi alla soglia del miliardo di utenti entro il 2027.
Questo significherebbe portare la penetrazione globale in doppia cifra, rispetto all’attuale 6-7%, e sarebbe anche il segnale della consacrazione delle crypto nella sfera mainstream.
Le dinamiche geografiche dell’adozione potrebbero però subire alcuni cambiamenti. Paesi attualmente ai vertici come India e Nigeria continueranno probabilmente a guidare la carica, ma potremmo assistere all’ingresso di nuovi attori nella top 10.
Vietnam e Filippine, ad esempio, già oggi mostrano tassi elevati di utilizzo e una vivace comunità crypto; se queste tendenze perdurano, potrebbero scalzare altri Paesi e ottenere riconoscimento tra i leader mondiali dell’adozione.
Allo stesso modo, nazioni come gli Emirati Arabi o Singapore – con forti di percentuali di utenti cripto vicine al 20-25% – potrebbero entrare stabilmente nelle graduatorie globali man mano che la loro popolazione attiva cresce e l’ecosistema locale attira investitori internazionali.
Nel frattempo, le grandi economie che sono state sottorappresentate in classifiche come quella di Karandeep, in primis gli Stati Uniti e la Cina, rimangono delle incognite: il loro peso in termini assoluti è innegabile (decine di milioni di utenti ciascuno), ma l’evoluzione normativa nei rispettivi contesti determinerà se e come torneranno a figurare tra i primi posti.
Un quadro normativo più chiaro e favorevole negli USA, ad esempio, potrebbe riportare il mercato americano ai vertici per crescita, mentre eventuali aperture della Cina sul fronte crypto (dopo le strette del 2021) avrebbero un impatto immediato dato l’enorme bacino di potenziali utenti.
Oltre ai numeri, la maturazione dei mercati crypto implicherà un cambiamento nella natura dell’adozione. Nei prossimi anni è plausibile che una fetta crescente di utenti approcci le criptovalute non solo come investimento speculativo, ma anche come strumento finanziario quotidiano.
L’uso di stablecoin per pagamenti e risparmio potrebbe diffondersi ulteriormente, soprattutto in economie soggette a volatilità monetaria, consolidando le crypto come alternativa valida nel circuito commerciale tradizionale. D’altra parte, i regolatori di molti Paesi stanno affinando le loro politiche: nuove normative in arrivo, come il regolamento europeo MiCA e le nuove leggi previste negli Stati Uniti con Trump, potrebbero dare maggiore certezza giuridica al settore, incoraggiando l’ingresso di investitori istituzionali e utenti comuni grazie a tutele più solide.
Non si escludono nemmeno inversioni di rotta per alcune nazioni: un irrigidimento normativo improvviso o il lancio di valute digitali tramite banca centrale (CBDC) pensate per sostituire le criptovalute private potrebbero rallentare l’adozione in determinati contesti, almeno temporaneamente. Ad esempio, se un Paese oggi in classifica imponesse divieti più stringenti sul trading crypto, potremmo vederlo uscire dalla top 13 a favore di un altro mercato più aperto.
In conclusione, le proiezioni per il triennio 2025-2027 indicano un percorso di crescita sostenuta ma più selettiva. L’era pionieristica dell’adozione indiscriminata sta lasciando spazio a una fase di integrazione più profonda delle criptovalute nei sistemi economici nazionali.
I trend emersi, dall’uso come riserva anti-inflazione all’impiego per pagamenti transfrontalieri e digitali, continueranno a plasmare la geografia della diffusione crypto, mentre nuovi equilibri si delineeranno con la maturazione del mercato.
Se le criptovalute riusciranno a guadagnare fiducia istituzionale e ad armonizzarsi con regole condivise, è lecito attendersi che sempre più Paesi (sia avanzati sia in via di sviluppo) si uniscano al club delle nazioni ad alta adozione.
All’alba del 2025, il mondo crypto appare quindi avviato verso una nuova fase: meno entusiasmo ma una presenza più capillare e strutturata nelle economie di tutto il globo, un fenomeno che la top 13 dei Paesi crypto-friendly del 2024 ci aiuta già oggi a intravedere.
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