Il co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, ha recentemente avanzato una proposta di grande portata per il futuro del livello di esecuzione della rete, che potrebbe segnare una svolta tecnica significativa. In particolare, ha suggerito di abbandonare l’attuale linguaggio dell’Ethereum Virtual Machine (EVM) in favore di una nuova architettura basata su RISC-V, un set di istruzioni open-source ampiamente adottato nel settore dei semiconduttori.
La proposta nasce dall’esigenza di superare i limiti strutturali dell’EVM, ormai considerata da molti come un collo di bottiglia per l’evoluzione tecnica di Ethereum.
In un documento pubblicato il 20 aprile, Buterin ha evidenziato i principali ostacoli che Ethereum deve superare per garantire scalabilità e competitività. Tra questi, il miglioramento del campionamento della disponibilità dei dati, la promozione di una concorrenza equa nella produzione di blocchi e l’ottimizzazione della generazione di prove a conoscenza zero.
Vitalik Buterin vuole velocizzare le funzionalità di Ethereum
Buterin considera RISC-V un elemento cruciale per potenziare le funzionalità a conoscenza zero di Ethereum. Secondo il co-fondatore, l’adozione di questa architettura potrebbe apportare significativi benefici in tali aree, essenziali per il futuro della piattaforma.
“Gli sforzi per la beam chain promettono notevoli progressi nella semplificazione del livello di consenso di Ethereum” – ha dichiarato Buterin. “Tuttavia, per ottenere vantaggi simili a livello di esecuzione, un cambiamento così radicale potrebbe essere l’unica strada percorribile”.
La proposta giunge in un momento di crescente pressione per Ethereum, che fatica a competere con blockchain più recenti e performanti come Solana e Sui. Queste reti offrono transazioni più rapide ed economiche, risultando sempre più attraenti per sviluppatori e utenti.
Parallelamente, i ricavi di Ethereum derivanti dalle “blob fee” – commissioni di transazione generate dalle reti di livello 2 – hanno subito un drastico calo. Secondo i dati di Etherscan, nella settimana del 30 marzo, le commissioni blob sono scese a soli 3,18 ETH (circa 5.000 dollari), mentre ad aprile 2025 le commissioni medie di rete hanno toccato il minimo quinquennale di 0,16 dollari per transazione.
Brian Quinlivan, direttore marketing di Santiment, ha attribuito il calo delle commissioni alla diminuzione dell’attività sul livello base di Ethereum, con un crescente spostamento degli utenti verso soluzioni di livello 2. Sebbene queste reti abbiano contribuito a ridurre i costi di transazione, hanno anche sottratto rilevanti introiti dalle commissioni all’infrastruttura principale di Ethereum.
🚨💸 BREAKING: Ethereum fees are at a 5-year low, with transactions currently costing just $0.168. This is the cheapest daily cost of making $ETH transfers since May 2, 2020. We briefly break this down in our latest insight. 👇https://t.co/fg5CfRgsHn pic.twitter.com/QlLwyzdm1F
— Santiment (@santimentfeed) April 16, 2025
Questo trend ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine del livello base. Con i prezzi di ETH già sotto pressione, gli analisti avvertono che un’ulteriore erosione dell’attività sul livello base potrebbe spingere il valore di Ethereum verso i 1.100 dollari, qualora il sentiment degli investitori non migliori.
I Layer-2 sono la causa del calo di appeal degli investimenti in ETH?
Il mese scorso, Nic Carter, venture capitalist di Castle Island Ventures, ha individuato due problematiche chiave che minano il valore di Ether: l’ascesa delle reti di scalabilità Layer-2 (L2) e l’emissione incontrollata di token.
Carter ha criticato “gli avidi L2 di Ethereum”, accusandoli di sottrarre valore al livello base senza fornire un adeguato ritorno. Inoltre, ha denunciato l’eccessiva creazione di token accettata dalla community di Ethereum, affermando che “ETH è stato travolto da una valanga di propri token, soccombendo a causa della sua stessa crescita incontrollata”.
Le osservazioni di Carter fanno eco a una valutazione altrettanto severa di Quinn Thompson – fondatore di Lekker Capital – che ha definito Ethereum “completamente morto come investimento”.
Make no mistake, $ETH as an investment is completely dead. A $225 billion market cap network that is seeing declines in transaction activity, user growth and fees/revenues. There is no investment case here. As a network with utility? Yes. As an investment? Absolutely not. pic.twitter.com/XjZNjPjy2s
— Quinn Thompson (@qthomp) March 28, 2025
Thompson ha sottolineato il calo dell’attività di transazione, la crescita stagnante degli utenti e il declino dei ricavi di rete come segnali che ETH non rappresenta più una valida opportunità di investimento, nonostante la sua utilità come piattaforma blockchain.
Nic Carter, già durante lo scorso settembre 2024, aveva sottolineato un crollo di ricavi per le commissioni di Ethereum relativi all’ultimo semestre, attribuendo la perdita all’attività catturata dai Layer-2, che non contribuiscono adeguatamente al livello base della rete.
Solaxy punta a semplificare l’accesso alla DeFi multichain
Parlando di Layer 2 è impossibile non menzionare Solaxy, visto che si tratta della prima meme coin Layer 2 al mondo costruita sulla blockchain di Solana. La prevendita del token $SOLX ha raccolto quasi 31 milioni di dollari, rendendola l’ICO più redditizia del 2025.
Il perché di questo grande successo è presto detto: il progetto offre un’eccellente utilità e stabilirà un nuovo standard per tutte le meme coin basate su SOL. La sua struttura Layer 2, infatti, fornisce una soluzione di scalabilità per i progetti futuri, con le commissioni più basse del settore.
Investendo in $SOLX in fase iniziale, inoltre, è anche possibile metterli in staking per ottenere un rendimento annuo percentuale (APY) di oltre il 130%. Al momento la community ufficiale di Solaxy conta più di 61.000 follower su X e oltre 11.000 membri su Telegram.
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