Il 13 aprile è stata una giornata nera per OM, il token dell’ecosistema MANTRA, che è crollato del 92% in appena un’ora. Una caduta libera improvvisa, avvenuta in un momento di scarso volume di mercato, che ha innescato una spirale di panico e vendite.
Dopo giorni di silenzio e preoccupazione da parte della community, il team rompe finalmente il silenzio e chiarisce ufficialmente la propria posizione: “Nessuna vendita da parte di MANTRA, né da membri del team né dagli advisor”. Il crollo, assicurano, è stato causato da una serie di liquidazioni forzate su exchange centralizzati.
Secondo l’analisi pubblicata il 16 aprile, la dinamica è iniziata con il trasferimento di grandi quantità di OM su alcune piattaforme centralizzate, dove sono stati utilizzati come garanzia. In piena notte, con i volumi ridotti ai minimi, alcune posizioni in leva hanno cominciato a essere liquidate.
Il grafico che mostra la divergenza tra OKX e Binance
Un elemento chiave dell’analisi tecnica è rappresentato dal grafico sottostante, che mette a confronto il prezzo del token OM su OKX rispetto a Binance. Si tratta della cosiddetta “premium” — ovvero la differenza percentuale tra i due prezzi.
Come si può osservare, a partire dalle 18:00 UTC (ovvero 02:00 di lunedì ora di Hong Kong), il mercato ha iniziato a disallinearsi. Il prezzo su OKX è crollato più rapidamente rispetto a Binance, creando uno scarto anche superiore al 12% negativo in alcuni momenti.
Questo tipo di divergenza è tipico di fasi di liquidità estremamente bassa, dove anche ordini relativamente piccoli possono muovere drasticamente il prezzo. Inoltre, è un segnale evidente che le liquidazioni forzate si stavano concentrando su un singolo exchange, amplificando lo squilibrio.
È stato l’innesco che ha dato vita a una reazione a catena:
- Le vendite forzate iniziali hanno spinto il prezzo verso il basso;
- Il calo del prezzo ha attivato ulteriori liquidazioni automatiche;
- Le vendite successive hanno peggiorato la situazione, portando OM a precipitare in pochi minuti;
- Si è creata anche una divergenza tra i prezzi di OM su OKX e Binance, sintomo di un mercato completamente sbilanciato.
Un tipico esempio di panic selling amplificato da algoritmi e mancanza di liquidità. Non è la prima volta che succede nel mondo crypto. E di certo non sarà l’ultima.
Il team: “Nessuno di noi ha venduto. E i nostri token sono bloccati”
Il team ci tiene a chiarire un punto fondamentale: durante l’intero evento nessun token è stato venduto da MANTRA. La loro allocazione è ancora interamente bloccata, sia per il team che per gli advisor, e nessun movimento è partito dai wallet sotto il loro controllo.
Un dettaglio importante: il token OM esiste oggi in due versioni.
- OM ERC-20 (legacy) – lanciato nel 2020 su Ethereum, con una fornitura totale di 888,88 milioni di token. Al 15 aprile 2025, il 99,995% di questi token è in mano alla community, distribuito su oltre 123.000 wallet. Sono quindi completamente liquidi, e possono essere scambiati liberamente sul mercato.
- OM Mainnet (MANTRA Chain) – introdotto nell’ottobre 2024, con altri 888,88 milioni di token, di cui solo 77,5 milioni sono attualmente in circolazione. I token Mainnet sono ancora in gran parte sotto controllo, con lock-up e meccanismi di inflazione on-chain.
Nel complesso, la supply totale è di 1,81 miliardi di token, divisa a metà tra le due versioni. Di questi, 969 milioni sono in circolazione, ma il 92% proviene dai vecchi token ERC-20, che sono quelli coinvolti nel crollo.
Le promesse di MANTRA: trasparenza, buyback e burn
A fronte del caos generato, MANTRA non si limita a giustificarsi. Nel comunicato, il team annuncia alcune iniziative concrete:
- Un piano di supporto per il token OM, che prevede un programma di buyback e token burn;
- Il CEO John Patrick Mullin si impegna a bruciare la propria allocazione di token;
- Sarà pubblicata una dashboard pubblica, con dati in tempo reale sulla distribuzione dei token, per garantire massima trasparenza;
- Il team invita gli exchange partner a collaborare per fornire ulteriori dettagli sulle attività di trading durante la notte del crollo.
Considerazioni finali
Il caso OM è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi in cui i meccanismi di leva e le liquidazioni automatiche hanno generato un effetto domino devastante.
La risposta di MANTRA, per ora, è equilibrata e orientata alla trasparenza. Il tempo dirà se la community riuscirà a ricostruire la fiducia, ma il segnale lanciato da Mullin è forte: bruciare la propria allocazione è un gesto simbolico che pochi CEO sono disposti a fare.
E nel mondo crypto, i gesti contano.
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