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È stata un’altra giornata difficile per il mercato delle criptovalute e, sebbene a volte sia complicato individuare le cause delle vendite di massa, l’attuale turbolenza ha una spiegazione evidente.
I nuovi dazi annunciati da Donald Trump sono ben peggiori di quanto gli analisti avessero previsto. Una tassa fissa del 10% verrà applicata a tutti i Paesi che esportano beni negli Stati Uniti, con alcune economie che subiranno imposte ancora più elevate. Come nel caso dei dazi totali sui prodotti cinesi che supereranno ora il 50%, facendo aumentare drasticamente i prezzi per i consumatori americani e alimentando i timori di un’inflazione in crescita e di una possibile recessione.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) April 2, 2025
I mercati asiatici sono crollati bruscamente nelle prime ore di giovedì mattina, mentre i trader digerivano la notizia. Il Nikkei 225 giapponese era sceso fino al 4%, chiudendo poi la sessione di trading con una perdita del 2,77%.
La negatività si è poi estesa all’Europa. Il FTSE 100 di Londra era sceso dell’1,5% durante la giornata, comportandosi leggermente meglio rispetto ad altri indici poiché il Regno Unito è stato risparmiato dai dazi più severi. I mercati di Parigi, Francoforte e Milano sono scesi del 2%.
Wall Street ha potuto reagire solo successivamente, poiché l’annuncio di Trump è stato fatto dopo la chiusura delle contrattazioni di mercoledì. L’S&P 500 ha aperto con un calo del 3,4%, mentre il Nasdaq 100, fortemente orientato verso il settore tecnologico, è sceso del 4,1%.
La natura 24/7 di Bitcoin ha permesso di ottenere una reazione immediata. La più grande criptovaluta al mondo è scesa da 88.466,96$ a 82.182,32$, con una perdita dal picco al minimo di circa il 7%. BTC, al momento, sembra essersi parzialmente ripreso, visto che viene scambiato a 84.453,91$.
Tra l’altro BTC ha subito perdite relativamente leggere rispetto alle criptovalute più piccole, con Ether che ha perso l’11%, XRP il 13% e Solana il 17,5%.
Che impatto avranno i dazi statunitensi sulle criptovalute?
Guardando in prospettiva, vale la pena considerare come le politiche radicali di Trump potrebbero influenzare in modo più ampio i mercati delle criptovalute nelle prossime settimane e mesi, mentre le principali economie mondiali cercano di negoziare accordi commerciali con Washington o di implementare dazi in risposta.
Una delle conseguenze più rilevanti di queste restrizioni commerciali riguarda il modo in cui il dollaro statunitense si è indebolito notevolmente a seguito di quello che il presidente degli USA ha definito il “Giorno della Liberazione”, portando l’indice del dollaro a livelli non visti da ottobre dello scorso anno. La moneta a stelle e strisce, inoltre, è scesa al suo punto più debole contro la sterlina britannica negli ultimi sei mesi.
In questo contesto, gli analisti di CoinGecko hanno affermato che queste fluttuazioni potrebbero rivelarsi vantaggiose per BTC:
“Quando il dollaro si indebolisce, Bitcoin spesso si rafforza, perché diventa un’alternativa più attraente. Questa relazione inversa, simile a quella tra l’oro e il dollaro, suggerisce che BTC potrebbe continuare a fungere da protezione contro le fluttuazioni delle valute fiat.”
In questo momento, però, potrebbe essere un po’ prematuro fare previsioni ottimistiche. L’incertezza derivante dai dazi, ulteriormente amplificata dalle dichiarazioni di Trump, ha spinto l’S&P 500 verso la sua più grande perdita giornaliera negli ultimi tre anni. Ed è molto più probabile che questo finirà per influire sulla performance di Bitcoin nel breve periodo.
Anche le azioni tecnologiche stavano registrando grandi perdite nelle contrattazioni pre-mercato: Apple è scesa del 7,7%, Amazon del 6,6% e Tesla del 6%.
A un certo punto, nella giornata di ieri, Polymarket ha suggerito che le probabilità di una recessione negli Stati Uniti nel 2025 erano del 53%, illustrando chiaramente il nervosismo e il pessimismo su come questi dazi influenzeranno il PIL americano.
In questo contesto è molto interessante analizzare lo strumento CME FedWatch, che monitora le previsioni tra i trader in merito ai tassi di interesse.
Prima dell’annuncio del “Giorno della Liberazione”, solo il 10,6% credeva che la Fed avrebbe tagliato i tassi di interesse di 25 punti base alla sua prossima riunione di maggio. Ma se guardiamo alla situazione attuale, quella cifra è salita al 27,3%. Ecco dunque che tassi di interesse più bassi potrebbero rendere Bitcoin più attraente per gli investitori, aumentando nel contempo la liquidità nei mercati delle criptovalute.
In conclusione
Nel breve termine, la grande domanda è se BTC riuscirà a mantenersi sopra la soglia psicologicamente significativa di 80.000$ o se il peggio deve ancora venire. Al momento non è facile rispondere a questa domanda.
Are you a nation-state that’s worried about tariffs? It just means you don’t have enough #Bitcoin in your SBR.
— Samson Mow (@Excellion) April 2, 2025
Certo – e non è una sorpresa – sostenitori acclarati di Bitcoin, come Samson Mow e Michael Saylor continuano a mantenere un atteggiamento positivo sul potenziale futuro di BTC, nonostante gli investitori in criptovalute, in questo momento, siano decisamente spaventati.
There are no tariffs on Bitcoin.
— Michael Saylor⚡️ (@saylor) April 3, 2025
Quello che è probabile è che, con la mancanza di catalizzatori positivi all’orizzonte, questo potrebbe rivelarsi un secondo trimestre molto turbolento.
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