Negli ultimi anni, le criptovalute sono passate dall’essere una nicchia sperimentale al rappresentare un nuovo paradigma di ricchezza. Ma con l’ascesa economica di molti investitori, imprenditori e trader del settore, è cresciuta anche un’altra tendenza, molto più oscura: l’aumento dei rapimenti mirati contro chi possiede o gestisce grandi patrimoni in asset digitali.

Gli ultimi casi di cronaca, avvenuti a Parigi e a Las Vegas, hanno riportato drammaticamente l’attenzione su questo fenomeno. Due storie lontane geograficamente ma accomunate da un unico filo conduttore: la vulnerabilità fisica delle persone che detengono fortune virtuali.

Il tentato rapimento della figlia del co-fondatore di Paymium

Nella mattinata del 13 maggio, nell’11° arrondissement di Parigi, la figlia di Pierre Noizat — co-fondatore di Paymium, uno storico exchange di criptovalute francese — è sfuggita per un soffio a un tentativo di sequestro. Tre uomini incappucciati hanno cercato di trascinarla a forza in un furgone bianco sotto gli occhi dei passanti. Solo l’intervento di alcuni cittadini ha fatto desistere i rapitori, che si sono dati alla fuga lasciando sul posto una pistola giocattolo. La scena è stata ripresa da più video amatoriali che mostrano la violenza e l’audacia dell’agguato.

Un dettaglio agghiacciante: la vittima era con il marito e il figlio di due anni. Questo evidenzia un aspetto preoccupante del fenomeno — la disponibilità dei rapitori a coinvolgere anche familiari innocenti, pur di mettere le mani su informazioni cruciali come le chiavi private di wallet digitali.

Sequestro nel deserto: 4 milioni in crypto rubati a Las Vegas

Ancora più inquietante è la vicenda accaduta negli Stati Uniti, dove un uomo è stato rapito dopo aver partecipato a un evento dedicato al mondo crypto a Las Vegas. Tre ragazzi — tra cui due minorenni di 16 anni, Belal Ashraf e Austin Fletcher — lo hanno sequestrato sotto minaccia armata, costringendolo a trasferire criptovalute e NFT per un valore di oltre 4 milioni di dollari.

La vittima, bendata con un asciugamano e trasportata per oltre 70 miglia nel deserto dell’Arizona, è stata poi abbandonata. Solo grazie alla sua resistenza fisica e presenza di spirito è riuscita a raggiungere a piedi una stazione di servizio per chiedere aiuto. Le indagini, condotte tra Nevada, Florida e Mississippi, hanno portato all’identificazione dei sospettati anche grazie all’analisi dei social network e delle telecamere di sorveglianza.

Crypto-ricchezza: un’esposizione pericolosa

Questi episodi non sono isolati. Secondo fonti investigative, negli ultimi cinque mesi, in Francia si sono registrati almeno tre rapimenti a scopo di estorsione legati al mondo delle criptovalute. In tutti i casi, il riscatto richiesto era in asset digitali.

Il motivo è semplice: le crypto, per loro natura, non sono tracciabili, possono essere trasferite istantaneamente e in modo irreversibile, e il solo possesso della chiave privata equivale al pieno controllo dei fondi. A differenza del denaro tradizionale, non serve rapinare una banca: basta costringere la vittima a cedere una sequenza di caratteri.

L’ascesa del crimine fisico legato al possesso di criptovalute obbliga chiunque operi nel settore — dagli investitori agli imprenditori, fino agli influencer del mondo crypto — a ripensare il concetto di sicurezza. Non si tratta più solo di utilizzare wallet estremamente focalizzati sulla sicurezza, come per esempio Best Wallet, proteggerli con password complesse o usare wallet hardware: serve un’attenzione costante anche alla salvaguardia personale.

Mostrare sui social i propri guadagni in crypto, partecipare a eventi pubblici senza adeguate misure di protezione o trascurare l’anonimato possono trasformarsi in errori fatali. Come ha dichiarato un funzionario della polizia parigina:

“Oggi più che mai, chi possiede criptovalute deve comportarsi come chi custodisce lingotti d’oro nel salotto di casa: con estrema cautela”.

Un fenomeno destinato a crescere?

Con l’espansione continua dell’adozione delle criptovalute, è probabile che i tentativi di rapina e sequestro legati a questo mondo aumentino. Le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine si stanno attrezzando ma la rapidità con cui gli asset possono essere spostati e l’internazionalità delle reti criminali rendono la prevenzione il miglior strumento di difesa.

La nuova ricchezza digitale ha cambiato il mondo. Ma ha anche aperto nuovi fronti per la criminalità. E finché la sicurezza fisica delle persone non sarà considerata parte integrante della protezione dei patrimoni crypto, i rischi continueranno a crescere. Il mondo delle criptovalute, tanto promettente quanto pericoloso, sta mostrando il suo lato più inquietante. L’anonimato, la decentralizzazione e l’immediatezza che lo rendono affascinante sono le stesse caratteristiche che, fuori dal cyberspazio, possono diventare letali. La sicurezza nel Web3 non è solo questione di crittografia ma anche — sempre più spesso — di sopravvivenza.

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Lucio Prosperi

Giornalista iscritto all'albo dal 2001, con una vasta esperienza nei settori delle criptovalute, dei videogiochi, dell'hi-tech e dei viaggi. Da anni mi occupo di raccontare l'evoluzione tecnologica e le tendenze emergenti, con uno sguardo sempre attento alle novità del mondo... Leggi di più

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