Il mercato è molto sottopressione nell’ultimo periodo. In un primo momento ci sono stati gli aumenti da parte del presidente Trump dei dazi doganali, in una prospettiva protezionistica guidata dall’ideologia “American First”. Poi i bombardamenti statunitensi dei siti nucleari iraniani. Ad oggi, sembra essere in atto un’inversione di rotta, tanto che Trump ha annunciato su Truth la tregue tra Teheran e Israele. Un post sicuramente positivo che punta a scongiurare una paura che si era fatta molto sentire in questi giorni, ovvero la possibilità di un estensione del conflitto al livello globale.
Secondo quanto riportato Israele sembrerebbe aver accettato la linea di Trump, tuttavia durante la notte ci sono state delle evoluzioni in senso negativo della situazione. Secondo quanto riportato dall’account X dell’Agenzia militare iraniana, Teheran non ha accettato l’accordo e ha colpito alcune zone di Israele.
Iran’s latest strike sends a clear message to the enemy: if repeated, complete destruction awaits you.
Images of the destructions following Iran’s latest missile attack on the Zionist occupying regime in Be’er Sheva, before the ceasefire was established. pic.twitter.com/6QsemeuybV
— Daily Iran Military (@IRIran_Military) June 24, 2025
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato di aver ordinato alle forze armate (IDF) di reagire con decisione alla violazione del cessate il fuoco da parte dell’Iran, autorizzando attacchi mirati e potenti contro obiettivi del regime nel centro di Teheran.
La situazione è sempre più complessa ed in continua evoluzione, con cambiamenti che avvengono ora per ora. Inoltre, come ogni altra guerra, la lotta è anche sul campo della propaganda per ottenere consenso tra i cittadini e i governi. Il mercato in generale sta molto risentendo di questa precarietà di sicurezza al livello mondiale.
Gli investitori di ogni settore, dalle criptovalute alle azioni, stanno cercando di dare un senso alla volatilità, ponendosi la domanda cruciale: perché le criptovalute hanno subito un crollo?
Nel fine settimana, la maggior parte dei principali asset digitali ha subito un brusco calo. La capitalizzazione di mercato globale delle criptovalute è scesa del 2,8% a 3,23 trilioni di dollari, in calo rispetto ai 3,37 trilioni di dollari di venerdì. Bitcoin (BTC) è sceso brevemente sotto i 100.000 dollari, toccando i 98.300 dollari prima di rimbalzare. Attualmente viene scambiato al prezzo di oltre 105.000 dollari, abbastanza lontano dal massimo storico di 112.000 dollari raggiunto nel mese di maggio. Anche Ethereum ha perso l’8% a un certo punto, sebbene abbia recuperato a 2.251 dollari dopo un rimbalzo da 2.115 dollari.
Nonostante il recente calo, molti analisti ritengono che si tratti di una normale correzione dovuta all’incertezza macroeconomica. Altri, invece, temono che il peggio debba ancora arrivare. Tuttavia, guardando al quadro generale, emerge un dato chiaro: Bitcoin continua a sovraperformare anche in uno degli scenari geopolitici più instabili degli ultimi anni.
JUST IN: Bitcoin recovers to $105,343 🟩 pic.twitter.com/PEi6fSkjyy
— Bitcoin Magazine (@BitcoinMagazine) June 23, 2025
Perché le criptovalute stanno scendendo oggi? Bitcoin tiene, ma l’oro potrebbe avere un vantaggio
In un contesto globale sempre più teso e incerto, molti investitori stanno riducendo l’esposizione al rischio e stanno spostando i capitali verso asset più sicuri, come l’oro. Sebbene Bitcoin sia stato a lungo considerato una versione digitale dell’oro, il suo comportamento recente mostra che, nei momenti di crisi geopolitica reale, le risorse tradizionali possono ancora prevalere. Sicuramente la tendenza deflazionistica di Bitcoin, con un protocollo che prevede un’emissione massima di 21 milioni di BTC, lo rende un investimento più appetibile per gli investitori, ma questa sua scarsità ovviamente non lo protegge del tutto dalle condizioni economiche, politiche e militare in continua evoluzione.
Il mercato delle criptovalute, almeno nel breve periodo, sembra destinato a restare altamente volatile. Finché non ci saranno segnali concreti di allentamento delle tensioni internazionali, Bitcoin rischia di perdere ulteriore terreno, con la possibilità di scendere sotto quota 100.000 dollari. Anche Ethereum potrebbe subire pressioni, con un ritorno sotto i 2.100 dollari. Al momento, prevale un atteggiamento difensivo, e gli operatori sembrano poco inclini a puntare su un rimbalzo deciso.
Nonostante ciò, forti ribassi come quelli attuali potrebbero rappresentare un’occasione interessante per chi investe con un orizzonte di lungo periodo. Le prospettive di Bitcoin, infatti, restano solide: diversi analisti ritengono ancora plausibili target tra i 150.000 e i 200.000 dollari nei prossimi anni.
Il conflitto in corso tra Israele e Iran ha, paradossalmente, rafforzato l’interesse verso asset rifugio come l’oro, ma anche verso Bitcoin. L’oro conserva il suo ruolo storico di protezione durante periodi di guerra e instabilità, mentre Bitcoin viene sempre più visto come una forma digitale di difesa patrimoniale, soprattutto in un’epoca segnata da inflazione e incertezze sulle valute fiat.
Se le tensioni in Medio Oriente continueranno a minacciare infrastrutture strategiche e le catene di fornitura energetica, la domanda per entrambi gli asset potrebbe aumentare sensibilmente. In tal caso, potremmo assistere a nuovi slanci rialzisti, con l’oro potenzialmente oltre i 3.500 dollari e Bitcoin verso i 112.000 dollari, sostenuti da un afflusso crescente di capitali in cerca di sicurezza.
Bitcoin vs oro: sfida tra beni rifugio in tempi di incertezza
L’oro (XAU/USD), da sempre simbolo di stabilità nei momenti di crisi, sta mostrando segnali di debolezza. Nonostante l’inasprirsi delle tensioni internazionali, comprese le incursioni aeree statunitensi su siti nucleari iraniani, il metallo prezioso fatica a mantenersi sopra l’area chiave dei 3.400 dollari. A pesare sono sia le prese di profitto che l’atteggiamento ancora restrittivo della Federal Reserve, accompagnato da un dollaro in rafforzamento, che scoraggia ulteriori acquisti.
Oro o Bitcoin? La ricerca di un rifugio affidabile
Il conflitto in Medio Oriente non è bastato a spingere con forza l’oro al rialzo. L’attenzione degli investitori si è spostata sulle prospettive di politica monetaria della Fed, che prevede solo due tagli dei tassi nel 2025 e pochissimi aggiustamenti nei due anni successivi. Questo scenario di tassi elevati più a lungo penalizza asset come l’oro, che non generano rendimenti.
Dal punto di vista tecnico, il supporto cruciale a 3.322 dollari è sotto osservazione: una rottura al ribasso potrebbe spingere le quotazioni verso i 3.300 dollari o meno. Al contrario, un recupero stabile sopra i 3.400 dollari potrebbe aprire la strada a nuovi tentativi verso i 3.435–3.500 dollari, anche se al momento lo slancio appare limitato.
Bitcoin si conferma leader nel caos globale
Sebbene la volatilità resti elevata, Bitcoin continua a distinguersi per resilienza. In un contesto di stress geopolitico e incertezza economica, la criptovaluta regge meglio di molti asset tradizionali, rafforzando la sua posizione non solo come leader del settore crypto, ma anche come rifugio alternativo in tempi di crisi.
Mentre i mercati azionari statunitensi, come l’S&P 500 e il Nasdaq, sono ancora sensibili ai dati macro e alle decisioni della Fed, e l’oro arranca, Bitcoin si sta affermando come un’alternativa credibile per proteggersi dal rischio sovrano, dall’instabilità fiscale e dalle tensioni internazionali.
Se il clima di incertezza persiste, è possibile che Bitcoin attragga ulteriori flussi di capitale. E per molti investitori, l’attuale fase di debolezza potrebbe rappresentare una delle ultime vere occasioni per accumulare prima del prossimo potenziale rally.
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