Sono finiti i giorni in cui i listing su Coinbase alteravano notevolmente i prezzi dei token. Non tantissimo tempo fa, Coinbase era l’exchange di criptovalute più dominante, pur tuttavia permetteva ai trader, principalmente negli Stati Uniti e in alcune parti d’Europa, di scambiare solo poche crypto.
Come cambiano i tempi: anche gli exchange si evolvono
Nell’ambiente era noto che se ci fossero state voci secondo cui Coinbase avrebbe listato un token specifico e l’exchange avesse finito per approvarlo e alla fine aggiungerlo alla sua ambita lista, le valutazioni di quel determinato token sarebbero aumentate a dismisura. Questo era noto come l’“effetto Coinbase”. Ma il CEO di Coinbase, Brian Armstrong, in un post su X ha riferito che quell’epoca è ormai solo un ricordo del passato.
Le valutazioni sono in aumento e Donald Trump vuole che gli Stati Uniti diventino la sede di questa fiorente industria. Poiché le normative cambiano a favore delle criptovalute, Armstrong è anche consapevole di come è cambiato il panorama. Per questo motivo, parlando su X, ha ritenuto che Coinbase dovrebbe ripensare il proprio approccio ai listing.
We need to rethink our listing process at @coinbase given there are ~1m tokens a week being created now, and growing. High quality problem to have, but evaluating each one by one is no longer feasible. And regulators need to understand that applying for approval for each one is…
— Brian Armstrong (@brian_armstrong) January 26, 2025
Armstrong ha rdettoiconosciuto che ogni settimana vengono creati milioni di token, grazie in parte all’espansione della tecnologia blockchain e alle piattaforme di lancio come Pump.fun, dove vengono lanciati migliaia di token ogni giorno, e afferma che il modo in cui si controlla e si approvano i progetti crypto ora è poco pratico.
Il CEO di Coinbase ha detto anche che rivedere l’attuale processo di quotazione sia la strada da percorrere, considerando l’aumento notevole del numero delle meme coin.
L’exchange ha un processo di richiesta in sei fasi finalizzato al listing di nuovi token. Questo approccio, caratterizzato da rigore, è delineato nel suo Digital Asset Framework e mira a garantire che i progetti siano sicuri e che i rispettivi token rispettino le leggi vigenti e le normative di mercato. Successivamente, viene esaminata la documentazione e, se tutto è corretto, viene creato l’elenco.
Una valanga di meme coin ha invaso il settore delle crypto
Armstrong ha posto l’accento sull’urgenza di rivedere questo sistema. A suo avviso, gli exchange dovrebbero introdurre un sistema in cui semplicemente “consentono” o “bloccano” un token, ponendo maggiore enfasi sulla fluidità.
Il fatto che un token sia “bloccato” o “consentito” dipenderà principalmente dal feedback dei clienti e dall’analisi della blockchain, dove la qualità è fondamentale. Se questo è il modo, può essere scalabile e adattabile alle mutevoli esigenze del mercato. Soprattutto ora che la maggior parte degli scambi avviene su DEX come Uniswap e Raydium.
La maggior parte delle meme coin non hanno la “qualità” necessaria per essere listate e scambiate su alcuni exchange. Questi token esistono per scopi di intrattenimento. In effetti, la maggior parte potrebbe addirittura qualificarsi come titoli se venissero applicate le rigide leggi della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti.
Tuttavia, alcuni, come PNUT e PEPE, ad esempio, hanno avuto successo e hanno raccolto una capitalizzazione di mercato di miliardi. A causa della domanda della comunità e dell’aumento della loro valutazione, hanno iniziato a fare trading su exchange come Binance e KuCoin. Tuttavia, per piattaforme come Coinbase, valutarne la legittimità si sta rivelando difficile.
Sebbene ci siano meme coin che sono veramente incentrate sulla comunità, altre si sono rivelate solo una truffa, come la meme coin ideata da Hawk Tuah, il cui cammino è finito in un burrone (portandosi con sè tutti gli investitori) quando il suo fondatore ha abbandonato il progetto.
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