Alcuni membri del partito democratico americano hanno avviato un’indagine in merito al crescente interesse del presidente Donald Trump per le criptovalute, sollecitando il Dipartimento del Tesoro statunitense a fornire rapporti finanziari dettagliati relativi alle sue iniziative digitali.

In una lettera del 14 maggio, i deputati Gerald Connolly, Joseph Morelle e Jamie Raskin hanno richiesto al Segretario del Tesoro Scott Bessent la pubblicazione di tutte le segnalazioni di attività sospette (SAR) dal 2023 a oggi e relative a entità associate all’attuale presidente degli Stati Uniti. Tra queste vi sono World Liberty Financial (WLF) e il token ufficiale $TRUMP, fondamentali nel recente impegno di Trump nel settore crypto.

Segnalazioni di attività sospette: come il FinCEN monitora i reati finanziari

Le segnalazioni di attività sospette (SAR) sono trasmesse al Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) quando le istituzioni finanziarie rilevano operazioni potenzialmente illecite, come riciclaggio di denaro o frodi.

I deputati hanno inoltre richiesto i rapporti che menzionino WinRed, America PAC, Elon Musk, i PAC in generale, MELANIA, Justin Sun e altre figure e organizzazioni, stabilendo il 30 maggio come scadenza per la risposta del Tesoro.

L’obiettivo, hanno dichiarato, è quello di valutare la necessità di nuove normative per prevenire violazioni delle leggi sul finanziamento delle campagne elettorali, sui titoli, sulla corruzione e sull’influenza indebita. In particolare pensano che World Liberty Financial possa aver favorito influenze straniere.

“È essenziale proteggerci da condotte finanziarie scorrette legate a funzionari federali, attuali o potenziali” – si legge nella loro richiesta.

La vendita di token avrebbe coinvolto investitori internazionali, soggetti, secondo i Democratici, a una regolamentazione meno rigorosa rispetto agli investitori statunitensi. Il coinvolgimento di Justin Sun – imprenditore crypto che ha investito in WLF e verso il quale, recentemente, la SEC ha sospeso la causa che gli aveva intentato – ha sollevato ulteriori preoccupazioni.

Anche il token $TRUMP è sotto esame. I deputati hanno sottolineato come l’identità degli acquirenti non venga resa pubblica, aprendo così la possibilità che si verifichino influenze o favoritismi a vantaggio del presidente, attraverso l’acquisto di token.

Questo è l’ultimo di una serie di sforzi dei Democratici per analizzare i legami del presidente USA con il settore crypto. All’inizio di questo mese, i senatori hanno richiesto al Dipartimento di Giustizia e al Tesoro di indagare sui collegamenti tra Trump e Binance. Il 6 maggio, i Democratici della Camera hanno presentato due proposte di legge e avviato un’indagine tramite una sottocommissione per verificare se Trump possa trarre benefici personali da queste iniziative digitali durante la sua presidenza.

Una delle due proposte è quella di limitare i profitti dei funzionari federali, inclusi il presidente Donald Trump e la sua famiglia, derivanti da progetti crypto.

La proposta, denominata Modern Emoluments and Malfeasance Enforcement (MEME) Act, è stata presentata dal senatore Chris Murphy. Il disegno di legge mira a vietare al presidente, al vicepresidente, ai membri del Congresso, agli alti funzionari esecutivi, ai loro coniugi e figli di emettere, sponsorizzare o promuovere asset digitali, incluse security, commodity e futures.

In conclusione

La crescente attenzione del Congresso verso le attività crypto del presidente Trump riflette una preoccupazione più ampia per la trasparenza e l’integrità del sistema politico-finanziario americano. L’iniziativa dei deputati democratici si inserisce in un contesto in cui le criptovalute stanno rapidamente evolvendo da strumenti speculativi a veicoli di potere economico e, potenzialmente, politico.

L’anonimato offerto da molti asset digitali solleva interrogativi seri sul rischio di elusione delle normative sul finanziamento delle campagne elettorali e sull’influenza straniera nella politica interna. In questo scenario, il token $TRUMP, insieme alle entità a esso collegate, diventa un caso emblematico delle sfide normative del nuovo panorama finanziario decentralizzato.

Se da un lato il presidente degli Stati Uniti si propone come sostenitore della libertà finanziaria e dell’innovazione digitale, dall’altro il Congresso sembra determinato a evitare che questa libertà si traduca in un vuoto normativo pericoloso per la democrazia. Le indagini e le proposte legislative in corso, come la MEME Act, segnalano la volontà di stabilire regole chiare su come — e da chi — possano essere gestiti e promossi gli asset digitali. Nei prossimi mesi, il confronto tra istituzioni, politica e innovazione sarà decisivo per definire i limiti etici e legali del potere crypto nell’arena pubblica.

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Lucio Prosperi

Giornalista iscritto all'albo dal 2001, con una vasta esperienza nei settori delle criptovalute, dei videogiochi, dell'hi-tech e dei viaggi. Da anni mi occupo di raccontare l'evoluzione tecnologica e le tendenze emergenti, con uno sguardo sempre attento alle novità del mondo... Leggi di più

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