A partire dal 2026, la Banca d’Inghilterra introdurrà nuove regole volte a limitare l’esposizione delle banche britanniche agli asset digitali. Si tratta di un passo significativo all’interno di una strategia più ampia per contenere i rischi associati alla forte volatilità delle criptovalute e salvaguardare la stabilità del sistema finanziario tradizionale. Un elemento centrale di questo nuovo quadro normativo è la trasparenza: gli istituti bancari saranno infatti tenuti a rendere pubblici i dettagli delle proprie attività legate alle criptovalute.
Come le bache Inglesi intendono gestire i crypto asset
David Bailey, direttore delle politiche prudenziali della Banca d’Inghilterra, ha spiegato che l’obiettivo di queste restrizioni è evitare che asset estremamente instabili, come Bitcoin, rappresentino una parte troppo rilevante nei portafogli bancari. Secondo Bailey, è necessario un approccio prudente, in cui le banche trattino le criptovalute con cautela per tutelare la propria solidità e quella dei clienti. In sostanza, l’intento è quello di prevenire derive pericolose e mantenere le banche lontane dai rischi eccessivi legati a un mercato ancora imprevedibile.
🚨 BREAKING: The Bank of England is taking steps to restrict cryptocurrency activities for commercial banks, aiming to promote financial stability across the UK. 🔒💰
📉 Aimed at minimizing risks and ensuring a stable financial system.#Crypto #BankOfEngland #Finance #UK… pic.twitter.com/S8wlWC03o8
— Crypto News Hunters 🎯 (@CryptoNewsHntrs) June 19, 2025
L’1% diventa la soglia di sicurezza
La nuova proposta prevede che le banche britanniche possano allocare al massimo l’1% del proprio patrimonio complessivo in criptovalute. Questo limite, raccomandato dal Comitato di Basilea — l’autorità globale per la regolamentazione bancaria — mira a concedere un margine di manovra nel mondo degli asset digitali, senza compromettere la stabilità finanziaria degli istituti.
Più chiarezza sul fronte cripto
Ma non si tratta solo di fissare dei tetti agli investimenti. Le banche dovranno anche alzare il livello di trasparenza. Parallelamente ai nuovi limiti, entreranno in vigore anche norme che obbligheranno gli istituti a fornire informazioni precise e dettagliate sulla quantità di criptovalute possedute e sulle modalità con cui vengono gestite. L’obiettivo è rendere visibili a regolatori e opinione pubblica i rischi legati a questo tipo di asset, garantendo un controllo più efficace sull’intero settore.
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La FCA interviene per proteggere gli investitori
Accanto alle iniziative della Banca d’Inghilterra, anche la Financial Conduct Authority (FCA) sta mettendo a punto nuove regole per regolare il rapporto tra i cittadini e le criptovalute. Tra le misure allo studio ci sono il divieto di utilizzare denaro preso in prestito per acquistare asset digitali, restrizioni sulle attività di lending e staking, e l’obbligo per le piattaforme di rafforzare i propri standard di conformità. L’obiettivo è chiaro: evitare che le persone si espongano a rischi finanziari che non sono in grado di sostenere.
Il momento scelto per introdurre queste riforme non è casuale. Il crollo di istituti come Silvergate e Silicon Valley Bank — entrambi strettamente connessi all’ecosistema cripto — ha rappresentato un campanello d’allarme per i regolatori a livello globale. Il Regno Unito intende muoversi in anticipo per prevenire nuove crisi, piuttosto che dover affrontarne le conseguenze dopo che si sono verificate.
Le nuove regole per le banche rientrano in una strategia più vasta che il Regno Unito sta portando avanti per costruire un quadro normativo completo sulle criptovalute. Entro il 2026, è attesa una regolamentazione definitiva per gli exchange e le piattaforme di trading, con l’intento di inquadrare gli asset digitali all’interno del sistema finanziario tradizionale, sottoponendoli agli stessi obblighi e controlli delle altre attività regolamentate.
Come cambierà l’approccio delle banche
Di fronte alle nuove regole, molte banche potrebbero rivedere la propria strategia nel settore cripto, spostando l’attenzione su servizi a basso rischio. Tra questi, la custodia sicura degli asset digitali per conto dei clienti, l’elaborazione di pagamenti in stablecoin e l’adozione della tecnologia blockchain in contesti regolamentati. Sarà inoltre necessario aggiornare i sistemi interni per allinearsi ai nuovi requisiti di gestione del rischio. Alcuni politici, come Nigel Farage, invece sono favorevoli ad un’apertura nei confronti delle criptovalute.
La Banca d’Inghilterra ha in programma di pubblicare una versione preliminare del nuovo regolamento per raccogliere feedback dal pubblico prima di renderlo ufficiale. Nel frattempo, ci si aspetta che le banche comincino a valutare la loro esposizione attuale alle criptovalute e si preparino ad adeguarsi. Sul fronte dei consumatori, le misure della FCA dovrebbero diventare operative già nel corso del prossimo anno.
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Conclusioni
Il Regno Unito non ha intenzione di bandire le criptovalute, ma sta chiaramente puntando a un controllo più rigoroso. Le nuove normative hanno l’obiettivo di permettere l’innovazione tecnologica, ma senza compromettere la stabilità del sistema finanziario. Se le autorità riusciranno a trovare un equilibrio tra crescita e prudenza, il Paese potrebbe diventare un punto di riferimento per un’integrazione responsabile degli asset digitali nell’economia tradizionale.
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