La più grande crypto exchange dell’Iran è stata colpita da uno degli attacchi più insoliti degli ultimi tempi. Un gruppo chiamato Predatory Sparrow, presumibilmente legato a hacker pro-Israele, ha sottratto quasi 90 milioni di dollari da Nobitex mercoledì. Ma invece di incassare, gli hacker hanno inviato i fondi a wallet inaccessibili. In pratica, il denaro è stato bruciato, rendendo il colpo più simile a una dichiarazione politica che a un’operazione per ottenere un profitto. Le autorità iraniane non hanno ancora commentato la violazione, ma il gesto viene già interpretato come un duro colpo alle operazioni crypto-dipendenti del Paese.

Non Solo un Attacco, ma un Messaggio Politico

Analisti blockchain come Elliptic e TRM Labs hanno tracciato i Bitcoin, Ethereum e Dogecoin rubati verso wallet pieni di messaggi anti-Iran. Non erano indirizzi creati per riscattare il denaro o cold wallet, ma veri e propri buchi neri digitali. Chi ha organizzato questa operazione voleva attirare l’attenzione e generare un danno a Theran e non guadagnare su questo.

Nobitex ha mantenuto il silenzio, limitandosi a confermare che è in corso un’indagine. Ma i legami noti dell’exchange con il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane stanno alimentando le teorie secondo cui si tratti di un attacco diretto a uno dei canali finanziari paralleli del Paese. Nobitex serve oltre 7 milioni di utenti ed è da tempo accusata di aiutare l’Iran ad aggirare le sanzioni.

Non è il Primo Attacco, e Probabilmente Non sarà l’Ultimo

Questo attacco arriva subito dopo un’altra violazione che ha preso di mira Bank Sepah, una banca statale iraniana con forti legami militari. Predatory Sparrow ha rivendicato entrambi gli attacchi. Il nome non è nuovo: è lo stesso gruppo collegato a precedenti cyberattacchi che hanno bloccato stazioni di servizio e causato incendi in acciaierie iraniane.

Tutto ciò avviene mentre le tensioni tra Iran e Israele tornano a salire. I cyberattacchi sono ormai parte integrante del conflitto moderno, e gli esperti prevedono altri colpi di questo tipo. Dal 12 giugno, il volume di attacchi informatici legati a questo scontro sarebbe aumentato di oltre il 700%.

Perché Questo Attacco è Diverso

La maggior parte dei cybercriminali vuole arricchirsi. Questi hacker volevano mandare un messaggio politico. Questo di evince dal fatto che invece di nascondere la crypto rubate, l’hanno distrutte. L’attacco diventa un attacco di matrice politica, che mette in luce come le tensione con Therean stiano aumentando pericolosamente e serve anche per attirare l’attenzione sul fatto che le istituzioni iraniane stiano presumibilmente usando le crypto per aggirare le restrizioni internazionali.

È anche un colpo di avvertimento. Non solo all’Iran, ma a tutti gli attori dello spazio crypto: exchange, governi, e forse anche i regolatori ora hanno una nuova prova di come le valute digitali possano essere utilizzate nei conflitti geopolitici.

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Uno Scontro Più Grande che si Gioca Online

La questione va oltre un singolo exchange. Secondo alcune fonti, il Mossad avrebbe intensificato le operazioni segrete con droni e cyberattacchi in Iran. In risposta, il governo iraniano ha bloccato l’accesso a internet nella maggior parte del Paese la scorsa settimana, citando motivi di sicurezza nazionale. Il blackout ha interrotto quasi tutta l’attività online civile, rendendo difficile per i cittadini accedere a informazioni o spostare denaro.

Nobitex era già sotto pressione. All’inizio dell’anno, alcuni legislatori statunitensi avevano sollevato preoccupazioni sul presunto ruolo dell’exchange nell’aiutare i militari iraniani ad aggirare le sanzioni e finanziare campagne di ransomware. Ora, questa violazione ad alto profilo aumenta l’urgenza di regolamentare più severamente il funzionamento delle piattaforme crypto nei Paesi sanzionati.

Cosa Aspettarsi Ora

Al momento, non ci sono segnali che i fondi persi possano essere recuperati. I wallet sono inaccessibili. Questo rende l’attacco un evento raro nella storia delle crypto: non un colpo per denaro, ma un messaggio politico. Gli esperti di cybersicurezza stanno ora osservando con attenzione se altri exchange verranno presi di mira.

Con le crypto sempre più usate come arma nei conflitti internazionali, l’hack a Nobitex potrebbe rappresentare un punto di svolta. Non solo per l’Iran, ma per l’intero dibattito su regolamentazione, ruolo delle crypto nelle zone di conflitto, e cosa succede quando codice e politica si scontrano.

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Clara Rosati

Ha conseguito una laurea magistrale con una tesi sull’evoluzione della tecnologia blockchain, approfondendo in particolare le sue applicazioni nei sistemi economici digitali. Ha collaborato con diverse testate scrivendo articoli su criptovalute, finanza decentralizzata e innovazione tecnologica, e ha partecipato a... Leggi di più

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