Arthur Hayes torna a far parlare di sé e, come spesso accade, lo fa scuotendo i mercati con una previsione molto interessante. Il co-fondatore di BitMEX ha pubblicato un post su X (ex Twitter) in cui ha suggerito che un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve potrebbe essere imminente. E non si tratta solo di un’intuizione personale: per Hayes basterebbe guardare al MOVE Index.
Che cos’è il MOVE Index e perché è cruciale
Il MOVE Index è un indicatore che misura quanto sono agitati i mercati dei titoli di Stato americani, i famosi Treasury. In pratica, segnala quanta incertezza c’è tra gli investitori riguardo ai futuri cambiamenti nei tassi di interesse decisi dalla Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti). Se l’indice sale molto, vuol dire che c’è tanta paura e confusione.
Arthur Hayes spiega che, quando il MOVE Index sale troppo, chi ha investito in titoli di Stato o obbligazioni aziendali (i corporate bond) con soldi presi in prestito potrebbe essere costretto a vendere tutto in fretta. Questo perché, con l’aumento della volatilità, le regole di sicurezza delle banche e dei broker diventano più rigide, e servono più garanzie per mantenere aperte le posizioni. Se non hai abbastanza soldi per coprire questi margini, sei obbligato a vendere.
Il risultato? Vendite forzate, i prezzi dei titoli scendono ancora di più e il mercato rischia il panico.
Secondo Hayes, la Fed non può permettersi che questo accada, perché considera i mercati dei Treasury e delle obbligazioni aziendali troppo importanti per fallire. Ecco perché, se la situazione diventa troppo tesa, la banca centrale potrebbe intervenire tagliando i tassi d’interess.
Il livello chiave da tenere d’occhio è quota 140 sul MOVE Index. Se l’indice supera quel numero, vuol dire che la tensione è altissima e c’è il rischio di uno shock finanziario. In quel caso è probabile che la Fed decida di agire. Al momento, però, il MOVE è a 125,71 — non è ancora allarme rosso ma ci stiamo avvicinando.
L’effetto Trump e il ritorno delle tariffe
Nel suo post, Hayes ha commentato anche l’impatto politico ed economico delle nuove tariffe introdotte da Donald Trump, sottolineando come queste misure stiano alimentando i timori di una recessione negli Stati Uniti.
Rispondendo al CEO di Pershing Square, Bill Ackman, Hayes ha spiegato perché Trump può spingersi senza troppi timori nel rilancio della guerra commerciale: “Una larga percentuale della base elettorale di Trump non possiede asset finanziari,” ha scritto. In pratica, il suo elettorato non è particolarmente sensibile all’andamento di Wall Street, quindi Trump ha un buon margine di manovra prima di perdere consenso.
E c’è anche un pizzico di rivalsa sociale: secondo Hayes, c’è una forma di schadenfreude – la parola tedesca che indica la soddisfazione per le disgrazie altrui – da parte di chi non possiede azioni né obbligazioni, nei confronti di chi invece ne ha, e vede crollare il valore degli investimenti.
Mercati globali in difficoltà, anche le crypto in rosso
L’inizio della settimana ha dato ragione ad Hayes: i mercati hanno aperto in forte difficoltà. Il Nikkei giapponese ha perso quasi il 7%, mentre l’S&P 500 è sceso del 6%.
Anche il settore crypto ha accusato il colpo: secondo quanto riportato da CoinGape, Bitcoin e le principali altcoin hanno registrato ribassi tra il 6% e il 18%.
Insomma, vista la situazione è probabile che Hayes abbia ragione e che la SEC debba presto intervenire per aumentare la liquidità sul mercato. Con un mercato così volatile raccomandiamo la massima cautela. In particolare potrebbe essere una buona idea affidarsi ai progetti crypto in prevendita, non soggetti dunque ai movimenti del mercato.
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