La soglia psicologica dei 110.000 dollari non è stata superata da BTC, che è stato colpito da un forte flusso di vendite. Il mercato adesso sembra essere in tempesta ed è molto difficile capire quali saranno i piani futuri di Bitcoin e cosa aspettarsi.
Difficile anche stabilire se si tratti di una semplice presa di profitto che va sotto al massimo storico o se sia invece una reazione all’attuale situazione geopolitica globale. A oggi è dunque impossibile capire se ci si trovi di fronte all’inizio di un nuovo ciclo ribassista o se, in vista del prossimo slancio, si tratti un reset del mercato atto a eliminare i “weak hands”.
Condizioni estreme nel clima delle criptovalute
L’ondata di liquidazioni di posizioni long subita da Bitcoin è stata mossa da vari elementi. Uno dei più importanti è certamente il mancato taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed: lo scorso 7 maggio infatti, la Federal Reserve ha annunciato che i tassi sarebbero rimasti nella zone del 4,25% – 4,50%.
FOMC minutes drop at 2PM EST today.
Markets are stalling like a boomer trying to post a meme.
Back on May 6–7, the Fed kept rates locked at 4.25%–4.50%.
They called the economy solid and the labor market resilient.
Classic Fed talk – calm on the mic, sweating behind the… pic.twitter.com/9Zt6ZRT5yx
— Chapo (@El_Crypto_Chapo) May 28, 2025
La dichiarazione ha innescato un marcato cambio di sentiment, passando da rialzista a ribassista e conseguentemente ha portato a prese di profitto controllate e progressive limitazioni del rischio da parte dei trader. Allo stesso tempo, ha iniziato a circolare una voce, assolutamente non confermata da nessuna fonte ufficiale, che la Fed voglia tagliare i tassi d’interesse già a partire dalla fine di giugno. Proprio l’assenza di dati concreti e affidabili ha sparso un clima di assoluto caos per gli operatori.
La marea non sembra volersi arrestare e infatti un ulteriore elemento destabilizzante giunge anche dalla Casa Bianca e dai dazi commerciali imposti dal presidente Donald Trump. Ciò di cui si parla è:
- 50% su tutte le importazioni dall’Unione Europea a partire dal primo giugno 2025
- 145% sui beni importati dalla Cina
- 10% su tutte le importazioni da oltre 57 paesi
Se dovesse corrispondere a verità si tratterebbe di una vera e propria dichiarazione di guerra commerciale tariffaria. La scossa dei mercati non ha fatto distinzioni fra short e long, i quali sono stati ugualmente colpiti dall’alto numero di posizioni liquidate.
Come se non bastasse, il blocco delle GPU Nvidia verso la Cina ha causato altre tensioni, causando un crollo, nel mercato tech tradizionale, da 2.580 miliardi di dollari. Un altro segnale, qualora ce ne fosse bisogno, che il panorama crypto stia diventando sempre più aspro a causa del clima geopolitico. Del resto è abbastanza lampante che ciò possa accadere, quando una delle industrie più importanti del mondo inverte la rotta così bruscamente.
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Mercato crypto e BTC: il quadro tecnico
Delineare un quadro tecnico tenendo in considerazione tutti questi fattori non è semplice. Difficile stabilire, ad esempio, dove effettivamente sia iniziata la corsa rialzista eppure negli ultimi due anni e mezzo BTC ha continuato a segnare dei risultati massimi sempre più alti. Recentemente Bitcoin ha raggiunto un nuovo ATH, che però è stato subito ritracciato sotto la soglia dei 110,000 dollari, scontrandosi su un muro di forte resistenza. Tecnicamente parlando, non si tratta di un comportamento atipico per BTC: le prese di profitto sono fisiologiche e anzi, fondamentali per mantenere in forza questo tipo di mercato.
Se Bitcoin però non non dovesse recuperare dalla zona dei 110k, potrebbe formarsi un quadro pericoloso, che lo vedrebbe precipitare verso l’area dei 70,000 dollari. Chi conosce il mercato delle crypto sa bene che bisogna essere pronti a tutto e niente davvero può sorprendere, nemmeno le fluttuazioni più marcate.
Altro segnale di possibile debolezza arriva dall’RSI a 14 periodi. Mentre BTC prosegue con i suoi massimi crescenti, l’RSI incontra invece massimi decrescenti: una divergenza ribassista abbastanza classica e al contempo spesso sottovalutata, per quanto significativa. Potrebbe indicare l’inizio di una fase di sell-off dal medio o breve periodo di durata, in ogni caso non sarebbe nulla di anomalo.
Osservando il grafico quotidiano, BTC continua a rispettare le medie mobili a 200 periodi (SMA ed EMA). ll prezzo ha subito varie oscillazioni negli ultimi mesi, lasciando vittime e vincitori da entrambi i lati: valutazioni da 80,000 a 110,000 dollari sono tranquillamente ascrivibili alla storica volatilità della regina delle criptovalute.
In breve
All’orizzonte sembra mostrarsi un clima incerto nel breve termine ma che dovrebbe diventare rialzista sul lungo periodo. L’analisi sopra riportata infatti non sancisce una visione esclusivamente ribassista su BTC, soprattutto considerato che a stretto giro, può sempre succedere di tutto.
Bitcoin del resto ha da sempre dimostrato la capacità di reagire e rialzarsi dopo una caduta, raggiungendo spesso nuovi massimi storici. Il contesto in cui ci si muove però è estremamente complesso fra macroeconomia, geopolitica e analisi tecniche che si intrecciano in maniera che sembra indistricabile. I più smaliziati del settore però sanno che si tratti dell’ennesima tempesta nell’incerto mare delle criptovalute.
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