Standard Chartered mantiene la sua previsione per quanto concerne Bitcoin e stima che il prezzo della criptovaluta raggiungerà 500.000$ entro la fine della decade. Questa previsione non è solo un’affermazione acchiappa-clic, ma è supportata dai trend sugli ETF e fondi azionari. Potrebbe sembrare un po’ troppo entusiasta, ma la banca sostiene che ci sono valide ragioni per prendere seriamente in considerazione questa ipotesi. Molti governi, direttamente o indirettamente, stanno iniziando a esporsi a Bitcoin, quindi ci sono movimenti da non sottovalutare.

I governi acquistano Bitcoin ma in modi indiretti

Stando a una recente nota del team di asset digitali della banca Standard Chartered, i fondi sovrani e le istituzioni statali non stanno acquistando direttamente criptovalute ma, al contrario, stanno intervenendo e posizionandosi sulle azioni di aziende che detengono ingenti quantità di Bitcoin.

MicroStrategy, l’azienda software conosciuta per la sua strategia aggressiva di acquisto Bitcoin, è il punto focale di questo approccio. Allo stato attuale detiene oltre 214.000 BTC, rivelandosi un’ottima azienda di cui possedere azioni per chi vuole esposizione indiretta a Bitcoin, pur senza detenere la criptovaluta. Nel primo trimestre dell’anno, la Francia e l’Arabia Saudita hanno aperto posizioni su MicroStrategy, mentre fondi pubblici dalla Norvegia, Svizzera e Corea del Sud hanno aggiunto quote delle azioni, legandosi indirettamente al valore di Bitcoin.

Negli Stati Uniti, i fondi pensione di New York e della California hanno seguito una traiettoria simile, ottenendo esposizione a circa 1.000 BTC in azioni MicroStrategy.

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Perché l’esposizione indiretta?

Non tutti i paesi sono nella posizione migliore per detenere criptovalute in maniera diretta. Talvolta ci sono ostacoli legali, pressioni politiche o semplicemente un approccio prudente che nasce da una certa diffidenza nei confronti di Bitcoin. Investire però in un’azienda che già li possiede è senz’altro più semplice e rientra nel sistema finanziario centralizzato che questi enti ben conoscono.

Si evitano così problemi legati alla custodia, ai rischi di volatilità associati alla proprietà diretta e l’attenzione pubblica che potrebbe derivare dall’affermare di detenere ufficialmente Bitcoin. Costruendo l’esposizione in maniera indiretta, si legano comunque a Bitcoin ma senza annunci potenzialmente destabilizzanti.

Detto ciò, non tutti mantengono queste posizioni. Per esempio i fondi pensione dello stato del Wisconsin hanno abbandonato le proprie posizioni nello iShares Bitcoin Trust di BlackRock, rinunciando all’esposizione a 3.400 BTC. Mentre Mubadala di Abu Dhabi va nella direzione opposta, aumentando l’esposizione a circa 5.000 BTC tramite lo stesso ETF.

Un trend che si consolida

Geoffrey Kendrick, il responsabile globale della ricerca sugli asset digitali di Standard Chartered, afferma che stiamo assistendo a un cambiamento nel modo in cui le istituzioni percepiscono Bitcoin. Secondo Kendrick, i portafogli che in passato ignoravano BTC stanno oiniziando a prenderlo in considerazione e, con la diminuzione della volatilità e il miglioramente all’accesso alla criptovalute, è probabile che le posizioni aumentino.

Non è la prima previsione rialzista, lo stesso Kendrick aveva già previsto che BTC raggiungesse 200.000 dollari alla fine del 2025 dopo aver osservato importanti afflussi nei fondi ETF spot. Questo tipo di attività, a suo avviso, dimostra che Bitcoin sta evolvendo da asset speculativo a qualcosa in cui le istituzioni stanno iniziando a riporre fiducia.

L’obiettivo di prezzo fissato da Standard Chartered non è un azzardo a breve termine. Si tratta di una visione a lungo termine, basata sul potenziale aumento della domanda. Se queste tendenze dovessero continuare a rafforzarsi, con i governi che trovano modi sicuri e indiretti di partecipare, le basi per l’aumento sarebbero ben visibile.

Anche la previsione sta influenzando il dibattito sul valore a lungo termine delle crypto. Bitcoin a mezzo milione di dollari per unità può sembrare ambizioso ma se il trend si consolida, allora non si tratta di una cifra così assurda.

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Orfeo Barone

Esperto di criptovalute e finanza, noto per la sua capacità di analizzare i mercati digitali con precisione e chiarezza. Con un background in economia e appassionato di tecnologia blockchain, ha scritto per numerose testate specializzate, fornendo approfondimenti su investimenti, strategie... Leggi di più

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