L’amministrazione Trump compie un passo decisivo verso l’integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario tradizionale, in particolare nel mercato dei mutui. Il 25 giugno, la Federal Housing Finance Agency (FHFA) ha incaricato Fannie Mae e Freddie Mac di iniziare a lavorare su nuovi strumenti che permettano ai richiedenti di mutui di includere i propri asset in criptovalute nel calcolo del patrimonio complessivo.
Se tali risorse digitali sono detenute su piattaforme regolamentate con sede negli Stati Uniti, potrebbero essere considerate nel processo di valutazione per la concessione del mutuo. Questo potrebbe facilitare l’accesso al credito per molti cittadini americani che possiedono criptovalute, ampliando le opportunità di ottenere un finanziamento per la casa.
Sebbene si tratti ancora di una fase iniziale, la direzione è chiara: le criptovalute stanno guadagnando sempre più legittimità e vengono riconosciute come un elemento concreto della finanza personale. Un cambiamento che, fino a poco tempo fa, sarebbe sembrato impensabile.
Il ruolo delle criptovalute nella concessione dei mutui sta cambiando
Attualmente, chi possiede criptovalute e vuole richiedere un mutuo è spesso costretto a venderle e convertirle in denaro tradizionale per poterle utilizzare come prova della propria solidità finanziaria. Questo perché le banche considerano le criptovalute troppo volatili, preferendo asset dal valore più stabile e prevedibile
Tuttavia, secondo la FHFA (Federal Housing Finance Agency), è arrivato il momento di rivedere questo approccio. L’agenzia ritiene che gli asset digitali debbano avere un ruolo più riconosciuto nel processo di valutazione per l’idoneità al mutuo.
After significant studying, and in keeping with President Trump’s vision to make the United States the crypto capital of the world, today I ordered the Great Fannie Mae and Freddie Mac to prepare their businesses to count cryptocurrency as an asset for a mortgage.
SO ORDERED pic.twitter.com/Tg9ReJQXC3
— Pulte (@pulte) June 25, 2025
Il direttore William Pulte ha spiegato che questa decisione si inserisce in un piano più ampio dell’amministrazione per rendere le criptovalute parte integrante della finanza tradizionale. L’intento non è quello di sottovalutare i rischi, ma piuttosto di trovare un modo per considerare il valore degli asset digitali senza compromettere le buone pratiche nel settore dei prestiti. In quest’ottica, le banche dovranno introdurre misure più attente, capaci di gestire sia la volatilità tipica delle criptovalute che i potenziali problemi legati alla sicurezza digitale.
l compito affidato a Fannie Mae e Freddie Mac
Sebbene Fannie Mae e Freddie Mac non concedano mutui direttamente, svolgono un ruolo fondamentale nel mercato ipotecario statunitense garantendo una vasta parte dei prestiti. Ora, a loro viene richiesto di sviluppare un nuovo quadro regolamentare che permetta alle banche e agli istituti di credito di includere le criptovalute nella valutazione della situazione finanziaria dei mutuatari.
Questo sistema dovrà assicurarsi che gli asset digitali siano conservati su piattaforme regolamentate con sede negli Stati Uniti e che venga adeguatamente considerata la volatilità dei prezzi delle criptovalute, in modo da gestire correttamente i rischi associati.
Tempistiche incerte e reazioni contrastanti
Al momento non è stata fissata una data precisa per l’entrata in vigore delle nuove regole. Le agenzie coinvolte stanno lavorando alla definizione dei dettagli, che dovranno poi essere sottoposti a revisione. Un’eventuale applicazione completa richiederà ulteriori fasi e un’approvazione ufficiale.
Nel frattempo, le opinioni sul provvedimento sono divise. Alcuni operatori del settore dei mutui lo vedono come un passo avanti necessario. La Mortgage Bankers Association, ad esempio, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di aggiornare i criteri di verifica dei patrimoni, soprattutto in un contesto in cui sempre più persone possiedono asset in forme non convenzionali.
Tuttavia, non mancano le critiche. Amanda Fischer, di Better Markets, ha evidenziato i rischi legati alla volatilità delle criptovalute, che potrebbero influenzare negativamente le decisioni di prestito. Ha inoltre sollevato preoccupazioni per i pericoli associati a frodi o al fallimento delle piattaforme su cui questi asset sono custoditi.
In definitiva, il percorso verso l’integrazione delle criptovalute (Bitcoin, Ethereum e altre) nel mercato dei mutui si muove tra spinte all’innovazione e richiami alla prudenza, e sarà proprio questo equilibrio a determinarne l’evoluzione.
Cosa cambia per i mutuatari
Se il progetto dovesse concretizzarsi, i titolari di criptovalute potrebbero ottenere un mutuo senza essere costretti a vendere i propri asset digitali. Questo rappresenterebbe un vantaggio soprattutto per chi vuole mantenere le proprie posizioni a lungo termine o evitare di liquidare durante fasi di mercato sfavorevoli.
I prossimi mesi saranno decisivi: Fannie Mae e Freddie Mac lavoreranno allo sviluppo operativo del piano, mentre le banche dovranno aggiornare i propri sistemi per gestire correttamente gli asset digitali. Le autorità di vigilanza, dal canto loro, seguiranno da vicino l’evoluzione del processo.
Se l’iniziativa avrà successo, potrebbe segnare una svolta per il settore dei mutui, spingendo anche le istituzioni più tradizionali ad aprirsi definitivamente al mondo delle criptovalute.
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